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Post - maurizio caporali

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:08:31 »
No, la laurea ad honorem viene data solo se sei motociclista o cantante. Comunque con Vamba sarebbe interessante lavorare sulle metodologie di testing e valutazione usabilità del sistema.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:07:47 »
È sempre più importante conoscere le tecnologie per la gestione e pubblicazione dei documenti digitali in rete, partendo dagli strumenti di office automation come Open Office e i CMS fino ad arrivare allo studio delle architetture degli odierni motori di ricerca e alle prospettive di sviluppo dell'information retrieval. Gli studenti sono molto interessati e stimolati da poter gestire un CMS così complesso per poter pubblicare in maniera semplice i contenuti digitali. Per le idee staremo a vedere.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:06:32 »
Mi sembrano già molti gli sviluppatori che si sono spostati sul progetto Joomla ed anche la comunità degli utilizzatori ha scelto Joomla, comunque sarà tutto da vedere.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:05:45 »
Quella che ho dato è una risposta un po’ provocatoria, se effettivamente si vuole che un progetto sia stabile è necessario lavorare molto sul testing.

Nei progetti Open Source diventa fondamentale il supporto della comunità degli utilizzatori del software che va a testare la nuove release e comunica gli eventuali errori al gruppo di sviluppo. A mio avviso per fare di più dal punto di vista della stabilità e usabilità di un progetto open source bisogna considerare modalità di progettazione come Extreme Programming dove la fase di testing è fondamentale e divisa in due fasi, la prima, la più importante, con gli utilizzatori del sistema e la seconda il test dei programmatori. È fondamentale utilizzare scenari che descrivano il reale contesto d’utilizzo del software per poter progettare il sistema perché efficacemente possa supportare l’utente e le attività per il quale è stato progetto. Questo aspetto è rilevante per dare una buona stabilità al sistema e ridurre il rischio di progettare qualcosa che difficilmente sia integrabile con le pratiche lavorative correnti in cui va inserito. Un altro aspetto molto importante è la valutazione iterativa, ossia la continua misurazione dei risultati conseguiti durante la fase di progettazione. Il coinvolgimento degli utenti finali e l’integrazione nel contesto lavorativo è fondamentale e permette di identificare immediatamente i problemi prima di andare avanti con il nuovo sviluppo.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:04:58 »
L’accessibilità diventa fondamentale per l’utilizzo del sistema negli enti pubblici italiani. Per fare un salto di qualità oltre alla sicurezza, stabilità e multilingua, vedo fondamentale la possibilità di poter gestire e creare gruppi di utenti con differenti privilegi.

Penso che ci riuscirà nel suo intento, visto che la gestione dei gruppi e il supporto all’accessibilità è già stato previsto dal DevTeam per la versione 1.2. Per quanto riguarda la stabilità è un problema di molti progetti Open Source dove si lavora continuamente allo sviluppo di nuovi moduli e non si vanno a consolidare quelli esistenti. Non lo vedo comunque come un vero problema, anzi lo vedo come un metodo per fare ricerca e innovazione, sarà poi l’ente o l’azienda che vuole utilizzare il sistema a renderlo più stabile e sicuro.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:04:09 »
“Benevolent dictator” è l’appellativo ironico che viene utilizzato nella comunità di sviluppo open source americana. Questo termine viene utilizzato per indicare la persona o organizzazione in una comunità di sviluppo Open Source. “Benevolent dictator” ha il compito di determinare la direzione generale e ha l’ultima parola sul progetto. Nel caso di Mambo il “Benevolent dictator” è la Miro International. L’appellativo è ironico, ma rispetto ad alcune decisioni l’unica scelta possibile per gli sviluppatori è il fork.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:03:16 »
Sicuramente, Joomla avrà ampio spazio nei corsi di laurea per molteplici ragioni. Il fork tra Mambo e Joomla servirà a far capire agli studenti le dinamiche dei progetti Open Source: non è immediato comprendere che i contributi e le modifiche del codice devono passare per quello che potremo chiamare il “Benevolo dittatore” e non sempre sono accettate.

Ritornando alla domanda, attualmente Joomla è utilizzato dagli studenti del Master si primo livello in Design di Ambienti per la Comunicazione per la gestione dei loro progetti “DAC Student Kitchen” - http://3is.media.unisi.it/cms/ e sarà sicuramente utilizzato nel corso di Automazione d’Ufficio di questo anno.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:01:58 »
Innanzi tutto per la semplicità di utilizzo e gestione, permette agli studenti di poter lavorare dalla prima lezione direttamente sul  back-end come amministratori. Ha una modalità abbastanza standard per la gestione degli articoli (autor, editor, publisher) che gli studenti possono ritrovare nei CMS che andranno ad utilizzare nelle aziende o enti pubblici.

Altra caratteristica importante dal punto di vista dell’architettura è la gestione modulare del sistema divisa in Components,  Modules,  Mambots. Questo permette agli sviluppatori di creare moduli indipendenti dall’architettura principale che diventano progetti quasi autonomi rispetto al progetto Mambo/Joomla.

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Le Interviste / Re: l'intervista
« il: 28 Nov 2005, 21:00:32 »
Ho utilizzato Mambo nel corso di Automazione d'Ufficio (Office Automation), Corso di laurea triennale in Storia, Tradizione, Innovazione curriculum informatico Storing (www.lett.unisi.it/frontend/?rr=DC_17). Mambo o Joomla vengono presi come esempio di CMS platform per la gestione e pubblicazione di contenuti digitali e messi a disposizione degli studenti ai fini della prova pratica di esame. Gli studenti hanno competenze molto varie riguardo l’uso di information e communication tehcnology in quanto sono iscritti al corso di laurea tra storia ingegneria all’interno della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Siena. Storing è stato pensato come corso di laurea mirato all'applicazione delle tecnologie informatiche alle biblioteche e agli archivi storici, ma anche alle grandi questioni della conservazione, organizzazione e gestione delle fonti digitali.

La progressiva introduzione di strumenti sempre più semplici per la condivisione di informazioni attraverso le reti Internet/Intranet, l'uso del Web come strumento di comunicazione e come piattaforma, ha portato allo sviluppo di strumenti web based dedicati alla gestione dei processi di automazione di ufficio e lo sviluppo di servizi distribuiti. Diventa fondamentale per studenti di un corso come Storing conoscere  i CMS, i Web Services, i Content syndication e gli Open Standard legati a queste tecnologie.

Anche per il master in Design di Ambienti per la Comunicazione ho introdotto e dato a disposizione Joomla agli studenti per gestire le loro attività di progettazione di gruppo e presentazione dei servizi che andranno a sviluppare durante il master (http://3is.media.unisi.it/cms/).

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