Ma se è così "semplice", possibile che non ci sia nessuno che si butta in un mini business?
Qui paiono avere tutti lo stesso problema e nessuno trovi la soluzione.
JFAP a parte ma non per criticare..... visto uno , visti tutti! :-(
La soluzione è semplice e consiste nel chiedere ad uno sviluppatore a caso (per esempio a chi ha fatto Joomla! FAP, che sarei poi io) di fornire/produrre un template accessibile personalizzato. Ma questo non basta, occorre anche essere disposti a pagare questo sviluppatore per il suo lavoro e possibilmente non chiedergli di farlo gratuitamente, che poi ci rimane male.
Questo è anche il modo giusto (dire l'unico dato che di donazioni è meglio non parlare proprio) per finanziare il progetto Joomla! FAP.
Possibile che venga in mente a così pochi?
Per quanto riguarda l'accessibilità in generale, è ovvio che un template non risolve: è condizione necessaria ma non sufficiente. Il fattore limitante è il fattore umano: non è pensabile (oggigiorno, domani chissà?) demandare ad una macchina la validazione semantica e quella in base ai criteri soggettivi, l'accessibilità, quella vera, parte da un serio intervento formativo nei confronti del personale che dovrà gestire i contenuti.
Ma siamo sempre lì: formare il personale costa.
Sul "visto uno visti tutti" direi solo che questo è vero anche per quegli oggetti ormai dimenticati che prendono polvere sugli scaffali, quasi sempre in nero su bianco, con caratteri che si somigliano tutti, li chiamano libri e (a parte alcune eccezioni) di solito non si fa troppo caso al loro aspetto estetico prediligendone il contenuto.
Amara ironia a parte, il fatto che la struttura di un sito sia immediatamente riconoscibile è un ovvio vantaggio per l'utente che si saprà immediatamente orientare e troverà facilmente e rapidamente quello che cerca. Questo è quanto mai vero per i siti che devono offrire (erogare?) un
servizio anche se molti dirigenti nelle PPAA pare non se ne rendano conto (nella migliore delle ipotesi).