Appoggio perfettamente quanto detto da 56francesco, siamo in un paese fatto a forma di "stivale"

che sta ancora particolarmente indietro per quanto riguarda normative sullo sviluppo di siti Internet.
Anzi, se devo proprio dire, ogni tanto senti tante di quelle cavolate sullo sviluppo di siti Internet che capisci che chi le ha ideate non conosce propriamente il settore.
Come al solito, siamo sempre indietro di una decina d'anni.
Un sito Internet, se fatto correttamente e non riguarda e-commerce (mi sembra di capire che chi ha aperto il post stava proprio cercando questo), deve comunque seguire delle norme di "buon senso" che vadano a rispettare i principi delle normative più generali espresse sul nostro codice civile.
Sono sicuro che se si fa una ricerca su internet qualcosa di buono si trova.
Personalmente, visto che tra l'altro lo sviluppo di siti Internet è il mio lavoro e quindi per me queste fasi sono molto importanti, consiglio a tutti i miei clienti quanto segue:
- innanzitutto, e questo è obbligatorio, la pubblicazione della P.IVA o del Codice Fiscale in calce al sito Internet (ci sono multe salate per questo, a livello di normativa, ma la maggior parte dei siti Internet italiani non è in regola con questa semplice regola)
- seconda cosa, insieme alla P.IVA, andrebbe indicato chi fa hosting, e su questo ho letto da qualche parte che questo non serve per fare "pubblicità" a chi fa hosting o al "designer del sito", bensì per facilitare alla polizia postale di identificare subito chi fa hosting se deve intervenire per bloccare o fare altre operazioni su un sito Internet
Sui due punti qui sopra alcune cose, secondo me, sarebbero discutibili perchè, da una parte, si è andati ad alimentare un aumento di truffe on-line e non solo anche perchè, se ci pensate, rubare un'identità via internet è diventato molto più semplice (diciamo si è spianata la strada) in quanto basta prendere un sito Internet, copiare logo, grafica o immagine coordinata, recapiti e P.IVA, e presto si è fatta una carta intestata per inoltrare un ordine fasullo.
Non parliamo poi dei privati che, anche loro, dovrebbero pubblicare il proprio Codice Fiscale sul quale molte aziende di credito e non solo, si basano per identificare i propri utenti per varie operazioni di ripristino password e non solo.
Tornando al discorso "legalità" sullo sviluppo si siti internet, faccio sempre aggiungere altre tre pagine sul web:
- la prima riguarda le indicazioni relative alla normativa dell'ex art. 13 del D.Lgs. 196/03
- la seconda riguarda la privacy policy, con la spiegazione che la raccolta di dati tramite cookies è totalmente anonima ma che serve per semplificare la navigazione all'utente
- la terza relativa al copyright aziendale, per scongiurare che nessuno copi informazioni dal sito se non attraverso una autorizzazione scritta da parte del relativo proprietario
Diciamo che cosi ci pariamo un pò il sedere, in attesa di qualche cosa di più preciso anche da parte di chi dovrebbe interessarsi a queste cose.