Ringrazio Vitriol per avermi definito "sano di mente", quello che volevo dire a Mangione, ma non solo a lui, è che in diverse occasioni mi sono sentito dire "...ma che ci vuole a fare un sito internet..." normalmente rispondo "oh niente! Chiunque lo può fare, esattamente come il tuo mestiere!" i più accorti si rendono conto e chiedono scusa, i meno si arrabbiano... una cosa li accomuna: entrambi non sono miei clienti.
Quindi, quello che intendevo dire sabato è che si banalizza il nostro lavoro, si fa passare il concetto che fare un sito web è un giochetto da ragazzi e che, peggio, chi ti chiede soldi per farlo ti sta truffando.
I contenuti. Ho detto, e lo penso, che rappresentano la vera differenza fra un sito che funziona e uno che non funziona. Come sono organizzati, come sono strutturati, come sono articolati, come "piacciono" al SEO.
Io capisco Mangione e tutte le imprese che fanno hosting: un mercato o lo presidi o rischi di esserne travolto. Poi è ovvio che questo irriti qualcuno ma le imprese devono fare profitti se vogliono esistere. La loro proposta, mi è parso di capire, apre la strada a chi fra noi eredita un cliente che si è fatto un sito di cui, nel tempo, si è reso conto della pochezza. Il fatto che il progetto parta già in Joomla sicuramente ci agevola.
Dato che il fenomeno del fai-da-te esiste, meglio cavalcarlo che subirlo. Una nota webmaster, autrice di pubblicazioni autorevoli su cui si sono formati fior di colleghi, mi disse: "ma in fondo mi risolve un problema, glielo faccio io il sito al pizzaiolo attraverso quello strumento, e se poi cresce gli offro un prodotto più articolato". A patto, aggiungo io, che il cliente lo seguiamo, lo incalziamo e giorno per giorno gli facciamo capire quanto sia importante la nostra consulenza.
Per questo, quando qualcuno mi chiede "cosa serve per imparare a fare siti internet?", io rispondo sempre: una ricca dose di buon senso, essere stati venditori, conoscere l'economia (soprattutto la micro-economia), conoscere le imprese, le loro dinamiche, le loro aspettative, psicologia, capire sempre chi decide veramente e poi una onesta conoscenza degli strumenti principali. La parte tecnica più approfondita bisogna delegarla ai tecnici, poiché ciascuno deve fare il proprio mestiere e, al più, conoscerne qualcun altro.
Ma. Ma resta un problema: quello di contenere la visione svalutativa del nostro mestiere. Come si può conciliare l'esigenza commerciale di Joomlahost (e dei suoi concorrenti) di presidiare e contenere un mercato che ogni momento è aggredito da proposte di ogni genere? Onestamente non lo so, ma mi piacerebbe discuterne con chi fa parte di questa community.
L'evento. Per me era il primo JoomlaDay, e per di più nella mia città. A me è piaciuto per tre motivi: anzitutto ho potuto vedere e rivedere persone che fanno il mio mestiere e fare P.R. fa bene, credo che questo sia uno dei motivi per cui l'evento esista. Poi perché ho imparato delle cose utili, soprattutto nel pomeriggio. Infine perché è stato ben organizzato: il panino è stato un gesto di attenzione che da un evento gratuito non era atteso, sì era morbido (meglio che 'gommoso'

[size=78%]), ma quando penso a ciò che ho mangiato (a pagamento) in più di cinquant'anni di vita, sarei quantomeno superficiale a lamentarmene e poi, onestamente, era buono e le mie gengive hanno ringraziato per non essere sottoposte ad un test di fatica.[/size]
Il lavoro che c'è dietro è enorme e [size=78%] [/size][size=78%]chi ha lavorato per il suo successo [/size][size=78%]ben merita il plauso di tutti. Bravi, davvero.[/size]
Mi è dispiaciuto per l'intervento della ragazza di Google: non ha spiegato nulla, non ha dato un minimo valore aggiunto all'evento e questo, per chi si è fatto un sacrosantissimo mazzo per organizzare il JoomlaDay è davvero un insulto. L'occasione è d'oro, un migliaio di persone che a vario titolo hanno a che fare professionalmente con Google potevano essere informate, aggiornate, edotte e non intrallazzate con regalie e qualche diapositiva... Google credo che abbia mancato di rispetto alla platea, agli organizzatori e a Joomla.
Le proposte. Io credo che l'evento sia utile e valido. Serve incontrarci, conoscerci. Ci si potrebbe dividere in gruppi di lavoro. Sarebbe bello poter sviluppare un momento collettivo per tutti (magari al mattino) e proseguire il pomeriggio su tre aree ben definite: sviluppo tecnico, seo e contenuti, aspetti giuridici (penso a privacy, usabilità ecc.) con la possibilità di rendere disponibile il materiale di ciascuna area dai giorni successivi all'evento. In questo modo chi ha determinate competenze le può approfondire, senza perdersi però i lavori degli altri gruppi se qualcuno di essi rientra fra i suoi interessi.
All'interno dei vari gruppi gli argomenti trattati dovrebbero essere proposti dagli organizzatori e scelti dai navigatori accreditati via Joomla.it e un mese prima si cercano gli esperti che possano tenere i seminari.
La copertura economica:
1) chi tiene gli incontri potrebbe essere lo sponsor, che potrebbe trarre maggiori benefici dal rivolgersi a platee più ristrette ma più specializzate.
2) un ingresso a gratuito per l'evento collettivo e a pagamento per la parte formativa (5 o 10 euro)
Se gli organizzatori pensano che sia una strada percorribile, io per quel che sono le mie capacità e competenze, sono disposto ad aiutare.
Giuseppe